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18 aprile 2024

News

Documento inviato alla USR toscana e assessorato all'Istruzione e Formazione della Regione toscana

 

Prot. 40/a

Firenze, 28 aprile 2020

 

 

                In seguito alla grave pandemia in corso sono state interrotte tutte quelle attività che prevedevano la presenza fisica di insegnanti e studenti, quindi le lezioni in classe, le uscite didattiche, le attività di stage, di alternanza scuola-lavoro.

            Gli Istituti professionali toscani, grazie ad un knowhow  ormai acquisito in anni di sperimentazioni e aggiornamenti  sono stati in grado di attivare nel giro di pochi giorni la didattica a distanza.

            Purtroppo la FAD esclude, per gli studenti, la possibilità di effettuare le esercitazioni pratiche, così importanti per la loro formazione professionale, per cui avvicinandosi la fine dell'anno scolastico e alla luce degli ultimi provvedimenti legislativi che prevedono la ripresa di attività didattiche in presenza a settembre 2020, emergono con più chiarezza una serie di problematiche che sono conseguenza di quanto stiamo vivendo, in particolare:

  • il monte ore stage previsto per l'ammissione agli esami (molti alunni potrebbero non avere raggiunto la soglia minima di ore necessarie all'ammissione agli esami)
  • la preparazione pratica (non avendo potuto svolgere le ore in laboratorio)
  • la modalità di svolgimento dell'esame e i tempi.
  • le date di svolgimento dell'esame

 

            Il problema si complica in presenza di allievi di terza del percorso IeFP in regime di sussidiarietà complementare che hanno espresso il desiderio di iscriversi al quarto anno del percorso di istruzione per prendere il diploma del quinto anno. A fine anno scolastico il loro scrutinio finale sarà di ammissione/non ammissione agli esami di qualifica, ma il titolo necessario per il passaggio in quarta è necessariamente l'attestato di qualifica, per cui è fondamentale svolgere l'esame prima dell'inizio del nuovo anno scolastico.

            CIPAT si fa interprete di tali situazioni e le sottopone alla Regione, sulla base di quel rapporto di confronto e condivisione che anche in passato è stato realizzato proficuamente e chiede che la Regione intervenga stabilendo modalità di svolgimento che contemperino il doveroso accertamento delle competenze con le condizioni eccezionali in cui gli studenti hanno svolto l’anno scolastico.

 

In particolare il Cipat chiede alla Regione Toscana di:

  • derogare dalla soglia minima di ore di stage per l’ammissione agli esami (che gli alunni possano svolgere gli esami pur non avendo raggiunto la soglia minima delle ore di stage e di laboratorio)
  • prevedere un percorso di esame più snello, alla stregua di ciò che sta avvenendo per gli esami di Stato;
  • riesaminare i tempi fissati dalla normativa regionale per riallinearli con le nuove necessità.

 

            Infine, occorre aprire il capitolo della riapertura delle scuole a settembre che dovrebbe risarcire quella ferita di cui ha giustamente parlato il Presidente della Repubblica.

            Non sarà semplice assicurare frequenza e sicurezza: mal si concilia il richiesto distanziamento sociale con l’organizzazione della scuola attuale, con gli spazi a disposizione, con la densità delle classi.

            Tuttavia, anche nella discussione pubblica, alcune possibili soluzioni si stanno delineando: l’attività blended con un parte di studenti in classe e gli altri che seguono da casa, oppure la riduzione del monte ore annuale delle discipline con costituzione di gruppi di studenti che turnano oppure una parte di attività da svolgere all’esterno, sul territorio.

            Sicuramente la creatività e il bisogno faranno emergere possibilità inedite che potranno anche innovare profondamente la scuola, con segno positivo.

            Tuttavia è indispensabile che tali soluzioni siano preparate per tempo e auspichiamo che tempestivamente il Ministero fornisca indicazioni: sarebbe rovinoso arrivare a settembre nell’incertezza.

            Fin da ora Cipat ritiene che sia necessario a livello territoriale avviare un tavolo di discussione, di confronto, che verifichi e indichi possibili soluzioni.

            Le proposte dovranno essere differenziate a seconda dei gradi di scuola, ma anche a seconda delle singole realtà scolastiche, in relazione alle condizioni strutturali, logistiche, ecc.

Il ruolo della Regione deve essere centrale, sia per l'Istruzione tecnica che per quella professionale. In particolare  per quanto riguarda :

·         messa a disposizione in maniera più agile possibile delle risorse FAD ( portale Trio) -coinvolgimento diretto della Regione nelle attività di formazione rivolte a famiglie , studenti, docenti, stakeholders (attraverso il canale dell'Agenzia Formativa interna agli IT e agli IP)

·         individuazione della percentuale di ore a distanza e di ore in presenza per l'area di Indirizzo

·         condivisione a livello regionale di strumenti già in essere nei Nuovi Professionali, quali le UDA ( le Uda devono essere la base per l'integrazione fra Istruzione e Formazione) e il PFI , nel quale deve essere opportunamente valorizzata l'esperienza della DAD.

·         Riorganizzazione degli spazi e  ridefinizione del concetto di AMBIENTE DI APPRENDIMENTO

 

            CIPAT si impegna a confrontarsi con le proprie scuole al fine di far emergere le soluzioni che concretamente e singolarmente saranno attivabili e si rende disponibile ad un confronto costruttivo con la Regione.

 

Il documento è approvato dai membri del CDA del Cipat in data 23 aprile 2020

 

Il Presidente CIPAT

Giuseppe Italiano