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30 gennaio 2012
Notiziario gennaio 2012

Il Punto sui corsi di Istruzione e Formazione (IeFP) in Toscana

 


CIPAT, dall'ultima assemblea generale del 24 ottobre 2011 da cui era scaturito un documento problematico sulla realizzazione dei corsi IeFP, ha sistematicamente perseguito lo scopo di proporre alla Regione i problemi evidenziati allora o riproposti per vie brevi dai soci. A tal fine si è più volte riunito il CdA e in due successivi incontri gli stessi problemi sono stati posti sul tavolo con la regione Toscana per tramite del dirigente Biagi (Settore Formazione). Ne presentiamo la cronistoria focalizzandola sui contenuti

L'incontro del 22 dicembre su Attuazione, gestione e rendicontazione dei corsi.
Cipat ha chiesto di rivedere la circolare avente per Oggetto: La Realizzazione dell’offerta regionale di Istruzione e Formazione Professionale – Modalità attuative e format, di semplificarne i contenuti amministrativi e burocratici, di non gravare in primo luogo sulle scuole per l’inserimento ed aggiornamento dei dati di progetto nel DB FSE e di poter utilizzare i registri di classe anche per i moduli di IeFP.
Biagi e lo staff della Politiche Formative hanno mostrato di accogliere con convinzione la richiesta di semplificazione amministrativa.
Cipat ha inoltre fatto presente che nella terza classe si pone il problema della qualifica e a questo proposito ha rilevato che sarebbe opportuno poter indire due sessione d’esame: una a giugno per gli allievi promossi al quarto anno senza alcun debito da recuperare e una a settembre per consentire agli allievi insufficienti in una o alcune discipline di superare le lacune in ambito scolastico (oppure terminare un periodo di stage) e poi procedere alla qualifica. Un altro problema per le scuole è l’attività di stage per la difficoltà di collocare in azienda gli allievi durante il secondo anno: le scuole perciò chiedono, laddove non sia possibile altrimenti, di considerare stage anche attività richieste dal territorio e che la scuola gestisce direttamente con i propri allievi e in certi casi particolarissimi anche attività di simulazione aziendale. I rappresentanti la Regione Toscana sono sembrati accogliere anche queste richieste. Tuttavia varie segnalazioni dalle scuole ci hanno portato a non ritenere risolto il problema e a riproporlo, soprattutto in relazione alla applicazione della circolare regionale, che ogni provincia tende a interpretare a suo modo e, quasi sempre con aggravio sulle scuole.

Nella riunione del CdA del 16 gennaio (convocata in preparazione dell'incontro successivo con la Regione) dalla discussione sono stati evidenziati i seguenti problemi:

Didattica:
a) I corsi non funzionano perché si fanno poche ore di laboratorio mentre gli allievi ne hanno bisogno, in particolare quelli a rischio dispersione. Per alcuni di essi si è dovuto anticipare lo stage come azione di rimotivazione, per dare la possibilità di apprendere in situazione lavorativa quei contenuti disciplinari previsti dalla programmazione didattica che in aula non erano stati appresi.
b) In questa situazione comunque gli allievi non avranno una preparazione idonea a svolgere la mansione lavorativa per cui aspirano a prendere la qualifica
c) Ci sono problemi organizzativi per le soluzioni (fra loro le più disparate) che le scuole hanno adottato; anche le co-presenze fra docenti titolari di discipline diverse creano un problema. Il problema dell'organico e delle risorse professionali per i laboratori è centrale e irrisolto.
d) Occorrono regole certe per gli allievi che vengono trasferiti da altre scuole in corso d'anno e devono essere inseriti in un classe seconda o terza di IeFP
e) Si chiedono regole certe e/o margini di discrezionalità dichiarati per il passaggio da un corso all’altro nel biennio
f) Alcuni dirigenti criticano la scelta della tipologia A da parte della regione e sollecitano il passaggio alla tipologia B (classi separate dal percorso quinquennale) come scelta più conveniente per gli allievi.

Finanziamenti:
a) mancano i finanziamenti la progettazione, il coordinamento e e la gestione (anche amministrativa) dei corsi
b) manca il riconoscimento della figura del direttore del corso
c) le varie province hanno procedure e tempi diversi nell’erogazione dei finanziamenti

Misure di accompagnamento:
? attivare con urgenza un monitoraggio sistematico dei percorsi realizzati nel corrente anno
scolastico
? procedere alla valutazione delle esperienze
? procedere alla formazione del personale

L'incontro con la Regione (Biagi) del 19 gennaio 2012

Sono stati posti sul tappeto tutti i problemi sopraesposti.
1. Sui problemi amministrativi la Regione esclude che le scuole debbano inserire i dati degli allievi nel data base regionale (i dati dei singoli sono già presenti; le province dovranno dare alle scuole la matricola del singolo corso/classe; i fondi sono assegnati sugli iscritti al 15 ottobre (per il prossimo anno la data sarà spostata in avanti, su richiesta del CIPAT, tenendo corso dei trasferimenti in corso d'anno). Sui diversi comportamenti delle Province (tempi di finanziamento allungati, rapporti con le scuole) la Regione si riserva di fare verifiche e richiami. Per il riconoscimento di altre funzioni interne (direzione, progettazione, amministrazione) già quest'anno è possibile ricorrere alla voce turoraggio, ma per il prossimo anno si provvederà con apposita voce;
2. Sui laboratori (peso settimanale, qualità ecc.) la RT comprende le perplessità delle scuole e le fa sue: occorre incrementare utilizzando il 25 % della flessibilità. Il problema non è di fondi (i finanziamenti possono esserci), ma di organico e di difficoltà delle scuole a ridurre il tempo scuola ordinario per far posto alla attività laboratoriale. Nelle Linee Guida per gli anni futuri (anche in rapporto alla evoluzione della riflessione nazionale in Conferenza Stato-Regioni) il problema sarà affrontato con indicazioni della Regione;
3. Sui passaggi e trasferimenti la normativa vigente è quella scolastica, così come sulla valutazione e le scuole possono applicarla in autonomia.
4. CIPAT ha sollevato il problema dell'ammissione all'esame di qualifica da estendere anche agli allievi che, pur non avendo la promozione alla classe IV, hanno ottenuto risultati positivi sul percorso della Formazione Professionale. La Regione Toscana ha riconosciuto che sull’ammissione all’esame di qualifica il problema posto (ottenere la qualifica senza aver l'ammissione al IV anno) è un problema vero, una flessibilità che la Regione intende sfruttare anche per evitare ulteriore dispersione: dovrà essere posto nelle prossime Linee Guida, nell'ambito del tema “La valutazione nei corsi IeFP
5. CIPAT ha posto con forza il problema delle misure di accompagnamento e del monitoraggio regionale, presenti e inapplicate nel Protocollo di intesa con l'USR: un monitoraggio urgente e necessari per evitare una grave dequalificazione della FP regionale. CIPAT ha inoltre richiesto che Regione e USR si incontrino con gli IP, per avvertirne in maniera diretta i bisogni e i problemi.
6. Biagi si è impegnato a far decollare il tavolo del monitoraggio previsto dal Protocollo e a consultare CIPAT sulle Linee guida, oltre che a indire con l'USR una conferenza di servizi sulle stesse con tutti gli IP Toscani.


A cura di M. Pastacaldi e M. Di Grazia