Memoria presentata da CIPAT
CIPAT – come soggetto interlocutore fra gli istituti associati (Professionali e Tecnici) e le istituzioni deputate al governo del sistema di istruzione - ha realizzato negli anni:
- una collaborazione critica, propositiva e costante alla costruzione del sistema integrato di istruzione e formazione in Toscana, come strumento fondamentale di prevenzione dell’abbandono scolastico precoce; al termine del primo triennio di applicazione del sistema IeFP in sussidiarietà integrativa, CIPAT nel gennaio 2014 ha elaborato una piattaforma di richieste rivolte a Regione Toscana e USR per migliorare la funzionalità e l’efficacia del sistema;
- un forte approfondimento in dimensione europea delle ricerca relativa al fenomeno della dispersione scolastica, con la partecipazione a numerosi progetti LLP (Comenius, Da Vinci, altri). L’ultimo progetto, denominato “School Safety Net” (portale http://schoolsafetynet.pixel-online.org/) mira a produrre linee guida derivate da buone pratiche e applicabili alle situazioni concrete determinate dalla identificazione degli studenti a rischio, dalla integrazione degli alunni stranieri, disabili o BES, dalla prevenzione di comportamenti violenti (bullismo).
Fondandosi sulle esperienze europee e sulla pratica delle scuole toscane, CIPAT propone le seguenti priorità per rendere più efficace la lotta alla dispersione:
1) Sul versante organizzativo e normativo
- La mobilità annuale dei docenti rappresenta un ostacolo alla valorizzazione delle risorse professionali interne, esperte, “speciali”, motivate, utili a galvanizzare l’attività. Insegnare in un istituto professionale o tecnico è professionalmente diverso dall’insegnare in un liceo, mentre in Italia regna l’assoluta interscambiabilità, con mobilità a richiesta annuale (trasferimento). Tale possibilità ostacola la costituzione di team professionali specializzati, coesi e integrati nella attività di prevenzione. Una misura di contenimento della mobilità con forme di incentivazione alla stabilità può svolgere una funzione molto efficace.
- Oltre alla stabilità, occorrono risorse professionali aggiuntive, anche minimali, al fine di garantire la realizzazione della personalizzazione dei percorsi formativi: più risorse per i laboratori, misure di accompagnamento (tutor di classe, tutor di corso, orientatore, facilitatore). Occorre cioè mirare a costruire un organico funzionale, evitando certamente ogni spreco (come avvenuto nelle passate sperimentazioni), ma valorizzando e incrementando per quanto necessario le risorse esistenti.
- eliminare tutti gli ostacoli burocratico-amministrativi e normativi che limitano la realizzazione dei percorsi personalizzati, ampliando gli spazi di flessibilità curricolare e affidandone la responsabilità alle istituzioni scolastiche autonome.
2) Sul versante della formazione dei docenti
- Serve in ogni regione un piano pluriennale coordinato fra Governo regionale e USR per la formazione di tutti i docenti degli IP e anche degli IT su: la didattica per competenze, la didattica laboratoriale, l’orientamento. Tale formazione deve innestarsi sulla diffusione e valorizzazione delle buone pratiche;
- Occorre una pubblicizzazione sistematica in forme appropriate delle migliori pratiche svolte a livello regionale, nazionale, europeo
- E’ indispensabile la formazione di figure specialistiche, da rendere disponibili in tutte le realtà scolastiche interessate: formazione dei tutor interni, degli orientatori, degli esperti in percorsi personalizzati;
- E’ necessaria la disponibilità di mentor territoriali per supportare le scelte dei percorsi personalizzati